Insieme per un Federalismo Democratico e Solidale
CATTOLICI E FEDERALISMO
La legge Costituzionale n° 1/1999 ha modificato il sistema elettorale dei Consigli Regionali e stabilito i principi per la riforma degli Statuti regionali.Con il referendum del sette ottobre 2001 è stato approvato il nuovo Titolo V della Costituzione che ha cambiato il precedente ordinamento.
Le Regioni possono, oggi, legiferare in via principale o esclusiva su molte materie finora di competenza dello Stato centrale ed i Comuni diventano il soggetto principe dell’amministrazione.
Per la prima volta nella riforma entra il principio di sussidiarietà.
Le istituzioni sono tenute a valorizzare l’autonoma iniziativa dei cittadini, che liberamente si organizzano per concorrere al bene comune: la Repubblica non è più fatta solo dalle istituzioni nazionali o locali.
Nel febbraio 2002 nasce il movimento politico “Democrazia Federalista Campania” il cui obiettivo è la realizzazione del federalismo democratico e solidale e l’attuazione piena del titolo V°. In verità che il federalismo non rimanga una mera esercitazione ideologica è aspirazione di molti tanto che il movimento non rimane circoscritto alla Campania ma nasce anche in altre regioni d’Italia.
Tuttavia non si può non rilevare che a distanza di un anno circa dal referendum nulla è stato fatto da parte di chi avrebbe dovuto attuare la riforma. Si ha l’impressione che realizzata la “cornice” costituzionale, sia mancata la volontà di inserirvi il quadro;
Io stesso ebbi modo di esplicitare e rappresentare in Consiglio Regionale fin dall’ottobre 2001 perplessità e preoccupazioni in relazione all’attuazione del titolo V°.
Ora è tempo di chiedersi:
* Perché questo processo si è arrestato?
* Perché non si usano gli strumenti – e sono molti - già disponibili per dare attuazione al federalismo?
* Perché il principio di sussidiarietà, sia verticale che orizzontale , non trova spazi di attuazione ed esempi di realizzazione?
* Perché gli Statuti Regionali sono ancora nella fase iniziale di elaborazione in gran parte delle Regioni?
Noi democratici federalisti campani siamo impegnati a divulgare in tutte le sedi sociali ed istituzionali i principi cardine del federalismo; dialoghiamo con la società civile, con le amministrazioni locali e con il mondo accademico; abbiamo elaborato un modello di Statuto regionale che sarà esaminato nella Commissione speciale.
Avvertiamo, però, forte il rischio che per l’assenza di iniziative chiare dei soggetti istituzionali preposti all’attuazione della riforma del titolo V°, le Regioni forti diventino ancora più forti accentuando il divario già presente tra le diverse parti del paese.
Una tale perniciosa deriva deve essere evitata come deve essere evidenziata in tutte le sedi sociali ed istituzionali l’inconsistenza del disegno leghista.
Secondo me : deve essere richiesta con forza la partecipazione attiva dei corpi intermedi della società civile, bisogna stanare i soggetti, il governo in primis, che devono attuare la riforma costituzionale, va sollecitata anche l’opposizione di centro-sinistra a non dimenticare ciò che aveva approvato.
Ritengo che con la riforma del Titolo V° sia giunto il momento di dare voce ed organizzare una iniziativa autonoma della società civile, come soggetto originario della partecipazione e della rappresentanza;
Questo è il compito dei cattolici, dei moderati che non vogliono rinunciare alla centralità della persona, della famiglia, alla tradizione municipalista – ovvero la soggettività dei comuni come primo elemento della rinnovata vitalità comunitaria, della coesione sociale che nasce dal basso, dal territorio con l’associazionismo.
Il Segretario Politico
Democrazia Federalista Campania
on. . Antonio Lubritto