IL PROGRAMMA POLITICO DI DEMOCRAZIA FEDERALISTA CAMPANIA - SETTEMBRE 2002 .
I NOSTRI VALORI
Il contributo dei pensatori illustri, di cui abbiamo delineato un brevissimo percorso, e lo strumento legislativo esposto, sono il nostro programma. Ovvero, nulla ancora possiamo aggiungere alla chiarezza e razionalità del pensiero di Cattaneo, se non attuare nel concreto il suo pensiero , ma tanto lavoro dobbiamo eseguire sul piano normativo e non per attuare la riforma federalista.
La definizione di federalismo, dal latino foedus, cioè patto, contratto, alleanza, è una convenzione tra uno o più gruppi, Comuni, Stati, che si obbligano reciprocamente e su un piano paritetico gli uni verso gli altri, per uno o più oggetti: si pone l’uomo al centro del mondo, con il suo essere e divenire, la famiglia, il lavoro, l’aggregazione sociale.
L’eco della sua realtà pertanto è espresso dall’istituzione più vicina che conosce, indaga, risolve la sua quotidianità di cittadino italiano presente in un determinato contesto territoriale. La centralità dell’uomo è posta alla base dell’attività di governo ed istituzionale, e muove un richiamo fondamentale al nuovo ruolo delle Regioni e delle autonomie locali con il principio di sussidiarietà (art.118) che consente di adottare le decisioni al livello più vicino possibile ai cittadini: il criterio di vicinanza non è solo geografico-territoriale, bensì attribuisce all’ente competente responsabilità per lo sviluppo della comunità di minore consistenza con l’apporto anche di componenti private della società.
Il federalismo democratico e solidale è l’identificazione del cittadino con le istituzioni locali che acquistano “autonomie speciali” e si rapportano e si confrontano con la centralità dello Stato italiano.
I nostri valori muovono dall’uomo, dalla famiglia e da tutto ciò che egli costruisce per la sua vita, il suo lavoro, il suo inserimento sociale, ecc.
Tematiche dichiarate e volute fortemente anche dal pontefice Woityla, che esorta tutte le istituzioni politiche e governative a farsi espressioni ed identificazione del cittadino italiano, come cittadino del mondo; per il papa il federalismo può essere una strada percorribile solo se saprà promuovere “ la solidarietà tra le persone, perseguire il bene comune e accogliere l’originale e autonomo contributo delle formazioni sociali.”
Rinascita dell’uomo intesa come rinascita politica e culturale, potenziale allo sviluppo e alla crescita dei comuni, delle province, delle città metropolitane e delle regioni e dello stato italiano.
I NOSTRI OBIETTIVI
Per realizzare un’ autonomia solidale allo stato e alla politica nazionale, è necessario promuovere e consolidare culture forti: la nostra forza e il raggiungimento dei nostri obiettivi sono connessi all’approfondimento della nostra storia e della nostra identificazione territoriale, strumenti essenziali del nostro programma.
Tutto questo è possibile se si parte dall’unità e si tende alla molteplicità, dall’uomo al la famiglia, dal lavoro del singolo all’associazionismo,dalla città o paese alla propria nazione e quindi alla nostra Europa.
E’ importante definirci tutti cittadini europei, presenti in realtà diverse le une dalle altre ma tutte identificatici della cultura e del governo italiano. Il federalismo è un programma che oggi trova un nuovo impulso costituzionale e che deve essere portato avanti per promuovere un governo migliore.
Il federalismo fa propri i contenuti essenziali del liberalismo, della democrazia e del socialismo con i loro valori di libertà , uguaglianza e giustizia sociale: deve svolgersi quindi in una dimensione internazionale e comunitaria, con una struttura a più livelli di autogoverno da quello di quartiere a quello europeo, che permetta la concreta ed attiva partecipazione di ogni singolo cittadino alla vita comunitaria.
La via da percorrere è quindi quella di una Federazione europea.
In una società regolarmente organizzata, tutto deve essere in crescita continua, scienza, industria, lavoro, ricchezza, salute pubblica. Organo principale di questo processo è lo Stato sempre in azione, con nuovi bisogni da soddisfare, nuove questioni da risolvere. Se la sua funzione di principale promotore e di supremo direttore è incessante, le sue opere in compenso non si possono ripetere. Esso è la più alta espressione del progresso. Ma la diversità territoriale e manageriale del nostro paese comporta allo Stato forti indugi sui servizi che lui stesso ha creato per i cittadini: da promotore si fa esecutore, non è più lo spirito della collettività che lo dirige e lo arricchisce. E’ fondamentale allora vivere la politica dell’azione e imperniarla sull’uomo e sulla sua potenzialità.
Autonomia degli enti significa proprio contribuire a realizzare uno stato attivo, efficiente e propositivo per la crescita dell’Europa, in cui ogni realtà istituzionale organizza strumenti qualitativi per soddisfare le esigenze dei cittadini.
Il nostro federalismo muove dal più piccolo centro territoriale per riconoscersi in un’identità nazionale e quindi europea, “ciascuno deve essere padrone a casa propria”.
Quanto più il nostro nucleo energetico, di uomini sicuri e convinti dei valori per cui lavoriamo, leali verso gli altri e solidali nei confronti dei più deboli, è forte e impenetrabile, allora potremmo dire di aver intrapreso il percorso del federalismo puro.
E’ d’obbligo percepire e vivere nel quotidiano un ruolo da protagonisti: uno strumento per attuare la partecipazione della componente privata al processo di crescita del nostro paese è la promozione dell’associazionismo.
Noi lavoreremo tra la gente e con loro, insieme , indagheremo le realtà del territorio, affronteremo gli svantaggi ed esalteremo i vantaggi dei diversi territori, inserendoli poi in un’ ambito nazionale più armonioso e coerente con lo sviluppo di ogni parte d’Italia.
Non dovranno esserci più differenze qualitative tra le nostre regioni, pertanto la nostra azione sarà di indagine e di controllo del territorio: individuate tali diversità tutti gli enti interessati concorreranno non solo alla loro eliminazione, ma anche ad un ulteriore sviluppo locale.
L’attuazione del federalismo fiscale, ovvero della piena autonomia finanziaria di spesa e di entrata affidata ai comuni, province, città metropolitane, e regioni, consentirà di responsabilizzare le autonomie locali nell’amministrazione e gestione delle proprie risorse.
Con ciò è palmare che il federalismo di cui siamo promotori, vuole contribuire alla crescita del paese intervenendo sui vari territori in modo differente: dobbiamo lavorare affinché tutti i cittadini abbiamo buoni servizi, buona sanità, i giovani siano fiduciosi e propositori di nuove iniziative, promuovino le risorse culturali. Tutto questo si realizza con gli uomini, con uomini che operano una buona sanità, che svolgono buoni servizi, con giovani che partecipano al confronto culturale: l’istituzione deve ora identificarsi nell’uomo attivo, professionalmente valido e legato alla propria terra, alle proprie tradizioni. Il federalismo ci consente di attuare proprio questo, perchè ogni ente locale ha autonomia di governo: il principio ispiratore è una visione della sovranità popolare inserita in una pluralità di centri di potere coordinati con lo stato-regione che deve garantire unità politica ed economica. Ad ogni ente autonomo, competente per il proprio territorio, sono assegnati poteri legislativi coordinati con lo stato- regione e quindi con lo stato centrale: tutte le entità federaliste costituite esprimono così sia lealtà verso tutta la popolazione della federazione, sia fedeltà ed attaccamento alle proprie caratteristiche e tradizioni. E’ la visione di Cattaneo del federalismo come organizzazione delle scatole cinesi ,applicabile in ogni “ove” e “dove”.
COSA FARE
Con il federalismo l’ente regione si avvicina al cittadino, per cui è fondamentale che le Regioni si organizzino in maniera rapida, con leggi moderne e chiare. Si delinea per le istituzioni regionali una stagione di grande protagonismo, di compiti importanti.
Il mondo delle autonomie responsabilizzato da nuovi mandati deve attrezzarsi organizzando energie e risorse occorrenti a governare nuovi processi, ovvero :
- l’esigenza di rafforzare e rendere continuo il dialogo ed il confronto fra le istituzioni legislative nazionali e regionali;
- necessità di bilanciare la possibilità della decisionalità del governo regionale;
con l’abolizione dei controlli di legittimità e di merito sugli atti, si verificherà un conflitto di poteri con l’abolizione della gerarchia delle autonomie locali. La questione della legittimità comporta il ricorso alla corte costituzionale che può attivarsi sia da parte delle Regioni che dello Stato, per cui è fondamentale un intervento del Ministro degli affari regionali La Loggia.
- introdurre il concetto della sussidiarietà verticale ed orizzontale: svolgere nel primo caso a livello territoriale superiore quello che non può essere meglio o più utilmente svolto a livello territoriale inferiore, nel secondo caso di rimettere al soggetto pubblico solo ciò che non può essere meglio e più utilmente svolto dal soggetto privato.
Si è innescato un grande processo di trasformazione e di innovazione che deve coinvolgere soggetti pubblici e privati, con grande impegno collettivo: autonomie locali, forze sociali, associazionismo, dibattito nel mondo accademico per realizzare un confronto esteso.
Partecipazione e cultura saranno le espressioni della nostra azione sul territorio.